Dopo 186 presenze e tanti anni sui campi di Serie A con le maglie di Empoli, Palermo, Sampdoria, Bari e Bologna, Andrea Raggi decise di non rinnovare il suo contratto coi felsinei, venendo dunque prelevato a parametro zero dal Monaco fresco di retrocessione in Ligue 2. Fu il primo acquisto in assoluto del nuovo corso monegasco, quando ancora non era stato chiamato Claudio Ranieri in panchina e di grandi campioni non v’era nemmeno l’ombra; nel Principato non si capiva ancora bene quale direzione dovesse prendere il nuovo progetto targato Rybolovlev, per Raggi però non ci vollero più di cinque minuti per accettare l’offerta dei biancorossi: “Quando arrivano certe offerte non puoi rinunciare. Poi il Monaco è una grande piazza. Come facevo a dire di no?” spiegava all’epoca il difensore spezzino che avrebbe voluto pure proseguire la sua avventura col Bologna, ma le offerte erano nettamente diverse (ai 600mila annui che gli offrivano gli emiliani, il Monaco rispose con un triennale da un milione e 200mila).

E dunque così cominciò la sua nuova esperienza in Francia, con un ambientamento super veloce reso agevole anche dalla presenza di mister Ranieri che, a onor del vero, lo vedeva più come terzino, destro ma anche sinistro. Con quattro gol in 35 partite, tutte da titolare, Raggi è stato senza dubbio il protagonista della pronta promozione dei monegaschi in Ligue 1, l’anno passato ha messo insieme 28 presenze nella massima serie contribuendo al raggiungimento del secondo posto in classifica. Intanto aveva rinnovato il contratto fino al 2016 ma soprattutto aveva dovuto constatare l’addio di Ranieri appannaggio del tecnico portoghese Leonardo Jardim: sarebbe cambiato qualcosa per lui? Ebbene, a 30 anni appena compiuti con l’ex Sporting Lisbona le cose sono cambiate. In meglio. E ora Andrea Raggi punta molto in alto.

Perno indiscusso della retroguardia del Monaco, ha fin qui giocato ogni singolo minuto tanto in campionato (10 partite e 2 ammonizioni), quanto in Champions League in cui la squadra del Principato è fin’ora l’unica insieme al Borussia Dortmund a non aver subito gol: merito suo che è tornato al centro della difesa e insieme a Ricardo Carvalho forma una coppia quasi insuperabile. Contro Leverkusen, Zenit e Benfica è stato a dir poco perfetto, ma anche in Ligue 1 si sta disimpegnando bene, ora Raggi è davvero felice e si sente un giocatore realizzato, tanto da pensare di poter chiudere la sua carriera sulla Costa Azzurra. Prima di pensare però al giorno del suo ritiro, confida di avere un sogno:

“La speranza c’è sempre, ma la chiamata la devo sudare. Conte è un grande allenatore e il fatto che abbia chiamato Pellé, con cui giocai l’Europeo Under 21 in Olanda nel 2007, dimostra non solo che segue tutti, ma che sceglie sul merito. Sarebbe bellissimo cantare l’inno di Mameli con la maglia azzurra, anche solo una volta”.

Dovrà solo restare ben concentrato e non mollare un centimetro: d’altra parte l’esperienza non gli manca, Andrea Raggi è pronto a stupire quanti in Italia pensavano fosse un difensore come tutti gli altri.

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ultimo aggiornamento: 28-10-2014


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